Come si poteva prevedere, il fenomeno Modest Fashion ormai non è più solo “un fenomeno”, ma ha ormai contagiato e contaminato non solo le collezioni delle firme occidentali: anche la stampa "fashion" si occupa di Modest e parla di collezioni, sfilate e numeri da capogiro.
Un esempio? L'articolo di Vanity Fair online da cui estraiamo un brano che ci rende particolarmente orgogliose:
"Il 4 ottobre la modest fashion ha avuto la possibilità di calcare le passerelle della Paris Fashion Week durante l’International Fashion Summit che, giunto alla sua seconda edizione, chiudeva la settimana della moda. Tra i 14 designer internazionali selezionati, 8 erano i vincitori dell’Islamic Fashion and Design award premiati alla Torino Fashion Week. Anche l’Italia, infatti, si è messa in moto per diffondere l’abbigliamento modest.
Nel 2015 Torino ha promosso l’iniziativa, unica nel suo genere, Turin Modest Fashion Roundtable, una tavola rotonda che ha radunato rappresentanti della moda italiana, operatori internazionali della moda islamica, imprenditori e produttori. E a luglio di quest’anno, durante la seconda edizione della Torino Fashion Week, è stato dedicato uno spazio importante alla modest fashion, con 31 stilisti rappresentanti in calendario."
Cos'è la Modest Fashion?
La "moda modesta" è quella dedicata al mercato delle donne osservanti musulmane, centinaia di milioni nel mondo e molte ormai anche nei principali paesi europei dalla Francia alla Gran Bretagna alla Germania. Vuole corpo e braccia coperte, ma per il resto risponde agli stessi canoni della moda occidentale per tessuti, trame e anche colori.
Alcuni grandi marchi da Dkny a Prada da Zara a Mango hanno già lanciato linee dedicate a questo mercato. Qui sotto ad esempio una foto in cui spicca una suggestione di Max Mara:
Tra le stiliste "Modest" italiane, spicca certamente il nome di Hind Lafram, ventitreenne stilista torinese creatrice di modelli meravigliosi per le ragazze osservanti che vivono nella nostra città.
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