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mercoledì 13 luglio 2016

Ma tu, compri in negozio o dal cellulare?



I dati di Demandware parlano chiaramente: gli acquisti online hanno preso piede ed i numeri non fanno che aumentare:
Cito:
“Il settore dell’abbigliamento nell’eCommerce ha registrato un aumento del 25% dei carrelli e una crescita del 24% degli ordini a livello globale. Questi i dati dello Shopping Index relativi al primo trimestre del 2016 rilasciati da Demandware, azienda leader globale nelle soluzioni cloud commerce per le imprese di moda, lusso, bellezza e food.” (fonte: iPress, link: http://www.ipresslive.it/comunicates/3842/cresce-il-settore-moda-nellecommerce-a-livello-globale)

Tutto questo induce a riflessioni commerciali sì, ma anche sociali; da una parte, le aziende sono incoraggiate ad aprire le proprie vendite sul web da innegabili vantaggi: una finestra immediatamente aperta sulla nuova collezione, minori costi sul personale, pagamenti praticamente sempre garantiti a buon fine, monitoraggio costante del magazzino ed eventuale modifica in tempo reale delle linee di produzione secondo i desideri del mercato, per citarne alcuni.
Dall'altra, il consumatore non è più costretto ad aspettare i servizi delle riviste di moda per dare un'occhiata alla produzione del proprio stilista preferito, né deve sottostare agli orari dei punti vendita; con la vita frenetica che tutti abbiamo, un gran bel vantaggio. Io stessa sono una grande fruitrice del mercato online: spesso infatti è l'unica via per ordinare libri o indumenti senza impazzire per incastrare la visita in negozio tra un impegno e l'altro (tenendo conto che la mia battaglia personale in questo mondo è quella contro le aperture domenicali e festive dei centri commerciali).




Stavo riflettendo su questi aspetti quando però, senza preavviso, mi ha colpita un pensiero che non ho potuto mettere a tacere: siamo sicuri che tutto questo online sia esclusivamente un bene per la nostra società, e che invece non nasconda dei "buchi neri" che non è bello ammettere?
Quanti di noi sanno che i punti vendita vengono costantemente monitorati in termini di numero scontrini, pezzi venduti a scontrino, incasso contro numero ingressi in negozio? Ebbene sì signore, quelle specie di servi muti che stanno ai lati degli ingressi dei negozi, non sono solamente dei controllori di quello che "inavvertitamente scivola" nelle borse di chi distrattamente porta via un articolo senza prima passare dalla cassa, ma servono anche al conteggio degli ingressi effettuati in un punto vendita.

Però, le aziende come possono pensare che le commesse riescano a tenere alte le vendite se sulla vetrina del negozio una vetrofania recita "compra anche online su
www.questonegozio.com"? Come possono aspettarsi le stesse performances di 10 anni fa, se non viene incentivata la vendita nei negozi?
E noi consumatrici, perché abbiamo così massicciamente rivolto la nostra attenzione al mercato del web? Non amiamo più fare shopping con calma, magari assistite da esperti venditori? La qualità del personale di vendita è così calata negli ultimi anni, o siamo noi che ci riteniamo così esperte da preferire la grande distribuzione, senza commessi che facciano domande, o addirittura da comprare sui siti internet, senza alcun contatto interpersonale?

 E ancora mi chiedo: quando eravamo bambine e con le nostre madri andavamo nei negozi dove signore e signori eleganti e profumati mostravano con orgoglio i prodotti esposti nel loro negozio, non era forse bello? Le nostre mamme non avevano forse capito che il tempo di qualità era anche quello dedicato agli acquisti per se stesse? Non sarà che forse noi con la costante presenza del lavoro a tempo pieno, la palestra e i social, abbiamo perso il gusto di una chiacchierata provando un vestito o un pantalone? Abbiamo così poco tempo libero che clicchiamo dal cellulare per non aspettare neppure di essere a casa davanti al pc per riflettere sull’acquisto e cliccare con la freccetta del mouse sull’icona “Invia”?









Voi, cosa ne pensate?










immagini tratte da http://www.8womendream.com, http://www.quickcite.it, http://it.123rf.com. 


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