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martedì 27 settembre 2016

ASG, l'essenziale barocco


Creativo ma concreto, essenziale e barocco, battagliero e pacifista, arrabbiato ed entusiasta. Stilista, ma anche cameriere.


Lui è Antonino Salemi Garigliano, che da 2 anni e mezzo presenta la sua creatività sotto il brand ASG. E proprio sulla creatività, sul come nasce la sua idea creativa, abbiamo voluto sentirlo: ecco la sua risposta, in presa diretta nel video qui sotto.





Ma Antonino non è solo creatività: è anche concretezza nella realizzazione e attenzione alla realtà del mondo della moda.

“Io credo molto nella cura del prodotto – dice -. Seleziono materiali solo made in Italy e faccio realizzare i miei modelli da una sartoria che conosco personalmente. Insomma, non è tutto uguale: se si girano i capi al contrario, si vede la differenza, la cura per il prodotto, l’architettura del lavoro. E quello fa la differenza”.



L’architettura è un tema portante nel lavoro di Salemi Garigliano: ha studiato architettura e poi all’accademia, trasferisce molto della sua formazione nel suo lavoro. “Basta vedere i miei bozzetti – sorride – sembrano planimetrie”.

 Con l’estate 2017 ASG arriva alla sua 4° collezione. “Con la prima ho avuto un successo che ha sorpreso sia me sia i miei soci: era molto barocca, oggi preferisco altro. Dalla seconda collezione ho iniziato a togliere, a cercare l’essenza. Adesso, con la summer 2017, ho raggiunto un nuovo equilibrio”. L’essenziale barocco, appunto.



La nuova collezione, quella estiva, si chiama Desideria. “E’ ispirata alle stelle – spiega -. Per la prima volta uso un tessuto stampato con un disegno stilizzato delle costellazioni. E’ dedicata ad una donna che sogna un modo diverso guardando le stelle”. E per la prima volta, verrà distribuita anche a Torino.

 Ma sulla città Antonino ha altri progetti. “Sono in trattativa per aprire uno showroom, che voglio sia uno spazio polivalente, uno spazio open. Perché Torino è la mia città, e alle donne torinesi voglio riservare un trattamento differente, più esclusivo, con un contatto personale. Per dare un valore aggiunto”.


Fra i progetti futuri, accanto all’apertura della sede torinese, anche un’esperienza all’estero, negli Usa, un mercato su cui ASG vuole ampliare la sua presenza, oppure in Giappone. “Lavorare in Italia è difficile – conclude amaramente Salemi Garigliano -. Non c’è tutela per le imprese, e lo dimostra il fatto che, per far fronte alle spese, mi tocca anche fare il cameriere. E non solo: tutto viene equiparato, tutto viene considerato uguale, sia che sia fatto seguendo criteri etici e utilizzando materiali di qualità, sia che sia fatto in maniera meno seria. Ci riempiamo la bocca con il made in Italy, ma in realtà non c’è nessuna tutela”.





giovedì 22 settembre 2016

Il MiTo della moda (e dei libri e di tanto altro): trova le differenze

 
Foto dal sito della Camera della Moda Italiana

C’è tutta questa Milano Fashion Week nell’aria questa settimana… Chiunque sia almeno un filino ‘fashion addicted’ da ieri si è sintonizzato su quotidiani e non alla pagina Costume, giusto per vedere due vestiti, per vedere cosa succederà nella summer, se ci vestiremo di giallo, di rosso o di blu.

Beh, l’ho fatto e lo sto facendo pure io.

Lo ammetto, non posso dire di aver visto tutto, ché nella vita devo pure lavorare.

Ma… boh… che vi posso dire?
Con ancora negli occhi e nella testa le immagini della TFW, con le prime interviste che stiamo facendo noi di Moda in Turin (la prima a Feelomena è uscita ieri, altre ne arriveranno) agli stilisti che animano il fashion cittadino, a veder le runway milanesi non mi ci ritrovo.

Avete presente quel gioco… ‘trova le differenze’? Ecco. Le differenze.

Sono tante e danno il polso di un diverso modo di intendere la creatività. Non dirò che una cosa è più bella e l’altra meno, ovvio, va a gusto personale.

Ma questa idea di creare un legame fra Milano e Torino (vogliamo parlare del Salone del Libro?) è davvero quello che dice la parola stessa: un MiTo.

Feeling with Feelomena

Quando suoni alla porta di Filomena Saltarelli ti apre una ragazza minuta e gentile, occhi grandi e capelli cortissimi.

Ecco, già quei capelli cortissimi dovrebbero dirti una cosa: stai attento, Filomena è una tipa decisa.Sognante, idealista, ma decisissima. Del resto, lavorare a Torino ma vendere a New York, Los Angeles, Europa e Paesi Arabi non può essere un caso.


Filomena è la mano, il cervello ed il cuore di Feelomena, che abbiamo visto sfilare alla Torino Fashion Week quest'estate.














Le chiedo subito come abbia cominciato:
- Volevo disegnare moda. Non per seguire la moda, ma per disegnare qualcosa di "mio": comprensibilmente, i miei genitori non si sentivano di mandarmi a studiare altrove, ero così giovane!, quindi mi iscrissi e studiai qui allo IED di Torino.
Una volta concluso il ciclo di studi, una volta cresciuta, volai in Belgio, Anversa è diventata la mia seconda città... ci ho vissuto per anni, studiando e lavorando, ancora oggi torno volentierissimo, anzi... sono di nuovo in partenza.








Poi sei tornata, però.
- Sì, poi sono tornata perché alla fine, quando sogni un prodotto di qualità, devi conoscere il tessuto, devi riuscire a parlare del tessuto che vuoi, di come lo vuoi, di come vuoi che vengano lavorati i tuoi capi... lavorare nella tua lingua ti dà la possibilità di esprimere anche a parole i concetti che altrimenti dovresti elaborare in un idioma diverso, senza essere troppo certa del risultato.
E poi...




E poi?
- E poi ho scoperto che grazie ad Internet si lavora benissimo anche qui, a casa mia, vicino agli affetti che hanno sempre creduto in me e mi hanno sostenuta, e dove sono cresciuta. Attraverso il mio sito online anche la signora di New York riesce ad indossare la mia collezione, così ho deciso di stabilirmi qui... che bisogno c'è di stare all'ombra del Duomo per fare la propria moda?



Certo, vendere a New York dev'essere una bella soddisfazione...

- La soddisfazione più grande è constatare che qualcuno "capisce" il lavoro che c'è dietro; una volta in una boutique di Roma mi si mosse una critica che io ritengo assolutamente un complimento: "tutta la cura che c'è dietro non si vede dal sito, i tuoi lavori sono perfetti nel taglio e nelle rifiniture". Questo per me fu il segno, positivo, che non tutti vivono di effimero e di esteriore, ma qualcuno ancora guarda alla cura del prodotto.




Ecco, parliamo del tuo prodotto
- Io mi occupo del design e del modellaggio, mentre la sartoria vera e propria è affidata ad un laboratorio che ho cercato e controllato personalmente. Ci vuole una certa etica nel nostro lavoro, sarò fissata ma pensare di produrre capi in serie con tessuti di scarso valore intrinseco, o con una manodopera non adeguatamente formata, o ancora non correttamente remunerata in termini economici e di garanzie non fa per me.



Prossimi passi?
- Prima di tutto riuscire a gestire tutta la parte amministrativa, il sito online, la comunicazione... io sono un'anima creativa, certe dinamiche ancora mi sfuggono perché quello che amo di più è proprio la nascita della mia idea e la sua realizzazione. Poi, certamente, arriverò ancora più preparata e determinata alla prossima Fashion Week, che è stata un'avventura pionieristica ma d'obbligo per Torino; la nostra città è stata per anni la casa della Moda ed ha tutte le caratteristiche per ospitare la settimana della moda come altre città: logistica, creatività, unicità e design sono i suoi punti forti, e vanno messi in mostra.




martedì 6 settembre 2016

Tijuana. Ushuaia 22.782 : collezione A/I di Walter Dang in anteprima

Tijuana. Ushuaia 22.782 è la collezione A/I di Walter Dang che verrà ufficialmente esposta nel suo atelier a partire dall'8 settembre.
 
Noi l'abbiamo vista in anteprima durante la serata finale della TFW e vi mostriamo alcuni dei pezzi che ci hanno maggiormente colpito.






































Il nome della collezione è l'unione dei nomi di due città: la prima Tijuana, una città di confine a nord del Messico, la seconda
Ushuaia, situata nella punta più a sud dell'Argentina.
22.782 sono il numero di chilometri percorsi tra l'una e l'altra città.
Walter Dang ci racconta con i colori, i tessuti e le linee il suo viaggio lungo il centro e il sud America.






sabato 3 settembre 2016

Auguri, Stella!

Oggi a Sutri si celebra un matrimonio al quale sarebbe bello assistere, non fosse altro che per la bellezza della sposa: è infatti il giorno delle nozze di Martina Stella e del suo compagno Andrea Manfredonia.

Secondo le interviste rilasciate, Martina indosserà un abito romantico e tradizionale firmato da Alessandro Angelozzi, e noi non vediamo l'ora di vederne le foto sulle riviste.

Intanto, auguriamo il meglio a Martina e Andrea, e anche alla deliziosa piccola Ginevra, qui con la splendida mamma durante una vacanza nella loro Toscana.

AUGURI! 


foto: Moda in Turin